Rotolando tra le nebbie dell’incoscienza

La notte era buia e oscura.
Rifletteva come un sogno mal sognato o un pensiero mai pensato.
Respirava, di fatto.
E come si sentiva?
Spento, come non era mai stato,
la notte allungava i suoi tentacoli,
ma le storie erano ferme,
non c’è rimasto più nulla da scrivere,
racconti di ricordi vecchi e usati e riciclati troppe volte.
Dov’è la vita? Cos’è la vita?
Quel dolce sapere,

Barbi,
Sbarbatina.

Si aggirava per la città con gli occhi del potere e gli sguardi del malessere.
Carichi di droga, carichi di esperienze allucinate e coscienze alterate, coscienze che si rivoltano e bottìrbattano gorgoglianti in un mare sperduto e dimentico di tutto e tutti.

I pirati del sonno. Navigano il mare dell’incoscienza, solcano le profondità dell’inconscio. Si annidano dietro ad un desiderio sessuale e ti puntano il coltello alla gola.

Dannati pirati del sonno, con le loro risate gorgheggianti e stravolte dall’alcool, i loro occhi portati via dal mare. Il mare vuole sempre un pegno, un ricordino. Il mare non si dimentica mai di te, e tu lui te lo porti dentro per sempre. È un amore eterno. Ridacchiando dicevo e sputacchiando, il pirata ti punta il coltello.

Barbi Sbarbatina già scompare, dannazione, proprio ora che il sogno prendeva una così bella piega. Arrivano ‘sti cazzo di pirati.

C’è poco da scherzare.
Qui si fanno le cose per bene.
Qui si fanno le cose serie.

Ed ecco la porta si apre, la luce inonda la stanza, la scalda e la divora.
Di luce.
La divora di luce e la mastica e mi rigurgita in grembo il ricordo strapazzato di un estate al mare.
Di un estate sorridendo e cazzeggiando e piangendo.
Della sabbia calda.
Gli sguardi tristi,
le lettere, ogni cosa impazzisce.

La vita è folle, chi cerca di dargli un ordine lo è anche di più, lasciatela fluire santo dio!
E lo urlo forte, cosicchè tutti possano sentirmi.
Le risate che rimbombano, che vibrano.
Ma cos’è rimasto di tutto ciò ora?

Il ragazzo si guarda allo specchio e non si riconosce, la ragazza piange.
Ragazzo e ragazza che parole forti.
Lui si guarda allo specchio e non si riconosce, lei piange, in silenzio. Piange.
E lo guarda con gli occhi tristi.
Ma chi sei, cosa sei, i ricordi, tutto ciò esiste?

Non sei autorizzato a saperlo.
Non sei autorizzato dici? Quante personalità fanno a pugni l’una con l’altra.

Fare a pugni, maledetto personaggio, farsa e giullare della burla della vita.
Di chi la rivolta come un calzino senza mai realmente comprendere cosa sta facendo.
Prendendosene gioco senza vergogna, per nascondere quel terrore estremo.
Il terrore di rimanere solo e di morire.
E navigando nella palude ed elevandosi a rango di capitano della nave che affonda e brucia e ridere forte forte mentre i pezzi vanno giù e vanno giù.

Ma lui non voleva essere così, lui voleva ridere forte mentre la corrente lo trascinava leggero e lo accarezzava, non si voleva burlare della vita per paura della morte.
Lui voleva amarla, la vita.
Voleva abbracciarla forte, dopo tanto tempo.
Voleva correrle incontro. Voleva sentire il suono delle parole. Le parole che ti tuffano nel cuore e le senti tutte solo tue, solo tue.

La storia non è finita, si risolve, si ritrova e si divora la coda.
Silenzio dolce. Affetto lontano.

E il tempo vola via con il vento, accarezzandoti leggero ma mai fermandosi. Perché fermarsi? Si ferma ciò che non vive, tutto il resto scorre muta e si trasforma.

Dammi un ultimo bacio, piccola mia, lasciami andare.
Il sole brucia ma la notte scalda il cuore, una volta mi disse un mio amico, e io ho voglia di acque calme dove lasciarmi affondare dolcemente.

Lasciando vagare lo sguardo, cieco, e sentire il profumo di casa.
Ma aprire una porta, lasciare un bacio sulla soglia e essere di nuovi soli,
a pugni con il mondo, che ti prende a schiaffi ma ti fa ridere forte e saltare fino al cielo.
Ma lasciare baci, volti che non vedrai più, che non esistono e scompaiono.
E parole che poi si perderanno e anime che non ritroverai più.

Fa paura tutto ciò.
Ma tutto questo c’è stato perché lascia una traccia, la porto qui con me.

La porti lì con te, ogni giorno e tutti i giorni. E dai silenzi nascono grandi amori e dagli addii nascono incontri più forti e più belli.

Sorrisi eterni, che non si spengono mai.

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